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27/02/2022 - IL PERCORSO DI SANT AGOSTINO
Distanza: 25 Lunghezza: 8,5 Punto di ritrovo: Parcheggio sulla Strada Mediana adiacente il Tribunale di Civitavecchia Pranzo: al sacco Ora di rientro: a termine escursione GRUPPO TREKKING TIBURZI CIVITAVECCHIAEscursioni in territorio etrusco-faliscoDomenica 27 febbraio 2022Dalla Cipresseta a Cencelle e ritorno sul “Sentiero di Sant’Agostino”*********Escursione di 8,5 Km. Facile. No attraversamento macchia mediterranea, né guadi. Pranzo al sacco. Primo tratto … il percorso ferroviario Civitavecchia-Orte … Sentiero per Monte Palano che segui il Santo per giungere all’Eremo. Deviazione per Cencelle, ritorno dalla citata linea ferroviaria. Impegno forse fino alle ore 16.00. E’ necessario munirsi di una torcia per attraversare una galleria ferroviaria di 500 metri.
Buona sera Signori,domenica prossima il Tiburzi riparte, ricalcando un tratto del presumibile viaggio che Sant’Agostino, intorno all’anno 388 d.C., fece dal Convento dei Frati Agostiniani del nostro Lido, fino ad arrivare al Monastero della Trinità di Allumiere. Si tratta di un percorso che ho pensato in base ad antiche strade ed alla conoscenza del territorio che mi hanno permesso di immaginare e creare. Ho unito il dilettevole all’utile, avendo ricevuto l’invito, dal Parroco di San’Agostino, di ricostruire il sentiero che ha potuto percorrere il Santo, nel ricongiungere il Convento di Sant’Agostino all’Eremo della S.Trinità di Allumiere.Non nascondo l’orgoglio ricevuto per tale incarico da Padre Giuseppe (un Parroco davvero “gagliardo e forte”), forse in base a segnalazioni di stima di persone amiche e di conoscenti. Non c’è miglior compenso per chi svolge attività di volontariato. Con unico “Obolo di Caronte” … la menzione del nome dell’autore del percorso che, spero proprio, sia prossimo a divenire una classica passeggiata “pastorale” dalla Chiesa di Pantano all’Eremo da qui all’eternità!L’escursione ci porterà a traversare territori ameni, con vasti orizzonti verso luoghi addormentati entro una dolce solitudine. L’ampia valle del Mignone con le sue creature, i suoi fantasmi ed i mille fasti del suo nobile passato! Mammelloni collinari depositati qua e là, a seconda dell’ultramillenario corso fluviale, più volte variato, a seconda dell’entità del deposito calcareo, più duro o men duro, rilasciato lungo le piene stagionali.Seguiremo quello che fu una bella Cipresseta, incancellabile ricordo della mia infanzia quando inseguivo i nidi di “rusignoli”. Nel mio immaginario sempre metaforicamente idealizzata, ed associata ai Cipressi di Bolgheri. Ma ormai quella bella opera, forse voluta dai Farnese o da Signorie più recenti, è stata abbandonata a se stessa, mentre con una seppur scarsa manutenzione poteva divenire un bel luogo di interesse paesaggistico.Ma questo stato del luogo sarebbe ben poco, che mostra non solo incuria, ma soprattutto una pessima destinazione “d’uso”, una sorta di devitalizzazione del territorio. Nel tempo vi fu creato, di lato alla strada, un vasto deposito di carbone a cielo aperto, e non so proprio da chi venne l’autorizzazione per un delitto del genere. Questo capolavoro ora risulta dismesso, è collassato su se stesso, forse per la creazione dei carbonili Enel alla Frasca e del relativo porto carbonifero, ma il fondo utilizzato dispenserà inquinamento chissà per quanto tempo ancora.Ed allora perché meravigliarsi del prossimo megadigestore, in costruzione a Monna Felicita. Centoventimila mila tonnellate annue di scarichi romani verranno combusti. Che trionfo per la diossina! Sarà il preludio per l’utilizzo del gas prodotto dal materiale organico per le prossime 6 centrali a gas Enel, questo risulta troppo intuibile! Ma la centrale a carbone non verrà dismessa completamente, non si sa mai, in caso di blackout dei nuovi impianti questa potrà temporaneamente rifare il suo lavoro.Poi c’è un bel progetto in mare di ben 36 mega impianti di pescicoltura!Tutto studiato a lungo temine a tavolino, comprese le leggi che hanno escluso da tali poteri decisionali le comunità locali.Poi ho trascurato il deposito di materiale bellico tombato, altamente tossico (iprite ed altro), nel territorio militare di Santa Lucia. Ed ancora l’alto inquinamento offerto dall’impianto di incinerazione al Nuovo Cimitero sulla Braccianese, che partito per un certo volume di lavoro, ”aumme aumme” i fautori volevano poi triplicarlo e triplicare gli impianti. E pensare che per ogni “carico” vengono utilizzati 200 litri di nafta, combustibile debellato per le automobili dato l’alto inquinamento atmosferico!Ma ho tralasciato poi il porto con le sue navi …. ma forse meglio riprendere i sensi della mia escursione ….************PER CHI VUOLE CONOSCERE QUALCOSA SUI LUOGHI CHE INTERESSERANNO L’ESCURSIONE…Prefazione alla nuova edizione del Volume “Sant’Agostino alla Fontanella” di Ennio Brunori, voluta dal Parroco Don Giuseppe.In occasione della festa patronale di Sant’Agostino (28 agosto 2017), abbiamo ritenuto di grande interesse ripubblicare il saggio scritto da Ennio Brunori, dal titolo “S. Agostino alla Fontanella”, con il quale l’autore si era proposto di presentare le testimonianze storiche ed archeologiche riguardanti il misterioso incontro di S. Agostino col bambino sulla spiaggia delle “Villette”, nel periodo in cui il Santo dottore indagava sul mistero della Santissima Trinità, opuscolo rivisto e approfondito per noi dal prof. Giovanni Insolera. “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo per possederlo”. Questa frase tratta dal “Faust” di Goethe comunica bene l’intenzione che ci ha mosso a ripubblicare lo scritto del Brunori, infatti, riprendere contatto con la Storia della Chiesa locale e le sue preziose fonti, ci permette di riguadagnarle, riscattandole dalla dimenticanza e così possederle. Una maggior consapevolezza delle nostre origini, della tradizione e la cultura da cui proveniamo, contribuiscono certamente in modo positivo alla conoscenza di noi stessi, rinnovando il nostro sguardo e la nostra creatività dentro il vissuto quotidiano. Desideriamo pertanto ringraziare la sig.ra Alida Brunori, che ci ha permesso di riprendere l’impagabile opera che il compianto marito ci ha lasciato in eredità, il prof. Giovanni Insolera, per la passione, la dedizione e la competenza con la quale si è impegnato in tale riedizione, il Sindaco di Tarquinia Pietro Mencarini, la tipografia Lamberti per il considerevole apporto tecnico e la precisione nel lavoro, la famiglia Fabbri che ci ha permesso di visionare il luogo della “Fontanella” presente nel loro giardino di casa e Alessio Natali per le foto inerenti la spiaggia ed il pozzo.Don Giuseppe TamborriniBRANO DASANT’AGOSTINO ALLA FONTANELLADi Ennio Brunori(Note del compianto Ennio Brunori del 1994 che condivise con me gli studi di Ragioneria all’istituto Baccelli di Civitavecchia. Sono tratte da una ristampa di un documento voluta da Padre Giuseppe Tamborrini della Chiesa di Pantano).“” Alcuni storici, fin dal Medioevo, hanno sostenuto che Agostino, subito dopo il battesimo ricevuto in Milano dal vescovo Ambrogio nel 387 d.C. e prima di imbarcarsi per l’Africa nel 388, abbia voluto visitare i monasteri che erano sorti in Toscana e sul litorale etrusco, per osservarne il sistema di vita cenobitico. Tra questi vengono menzionate frequentemente il monastero di Lupocavo sul M. Pisano e quello di Centumcellae. Una diffusa leggenda popolare, riportata anche in scritti di antichi autori1), vuole che Agostino mentre era ospite nell’Eremo della SS. Trinità de Centumcellis presso Allumiere2), per ristorare il corpo e la mente, soleva a lungo passeggiare, raggiungendo talvolta il mare. Sarebbe avvenuta in una di queste peregrinazioni la famosa apparizione, nota alla letteratura ed all’arte come l’Incontro di S. Agostino e l’Angelo. Mentre Agostino passeggiava appunto sulla spiaggia vicino al Porto di Giano (poi di Bertaldo), meditando sul mistero della Trinità, gli apparve un Fanciullo che con il cavo della mano attingeva l’acqua del mare e la versava in una piccola fossa scavata nella sabbia. Alla richiesta del perché di tale azione, il Fanciullo rispose che voleva versare tutto il mare in quella piccola fossa. Agostino, meravigliato, fece notare l’umana impossibilità dell’impresa; ma il Celeste Fanciullo gli rispose con questo monito: “E’ più facile per me riuscire a versare tutta l’acqua del mare in questa piccola fossa, che per te spiegare l’imperscrutabile mistero della santissima Trinità!”. Detto ciò sparì. Questo prodigioso avvenimento è stato raffigurato in moltissime opere pittoriche da eccelsi artisti di diverse epoche, tra i quali spiccano il Botticelli, il Lippi e il Rubens. Il più antico documento, finora da noi ritrovato, che descrive l’incontro di Agostino con Gesù Cristo, nel Porto di Giano, risale al XII sec., epoca in cui fu scritta “La vita di Guglielmo” da parte del discepolo Alberto, pervenutaci in un manoscritto del XVI sec.3). 1) S. Alberto da Siena (+1181); Alberto di Padova (1269-1323); Pietro De’ Natali (1330-1406 c.); Vincent Ferrer (1350- 1419); Giacomo Gherardi detto il Volterrano (1434-1516); Martin Antonio Del Rio (1551-1608), oltre ai resoconti dei Registri dell’Ordine Agostiniano e delle visite pastorali dei Vescovi di Corneto. 2) Su questo Santuario posto tra i Monti di Allumiere a circa sette miglia dal mare, vedi: E. Brunori, Ricerche archeologiche all’Eremo della SS. Trinità di Allumiere, in Bollettino della Soc. Tarquiniense di Arte e Storia 1991: Catalogo Mostra Documentaria XVI Centenario del Battesimo di S. Agostino (387-1987), Allumiere 1987; Catalogo II Mostra documentaria “Risorge l’Eremo della Trinità”, Allumiere 1991. S. Alberto da Siena,, (+1181) Vita di Guglielmo, Ms. KVII 15, datato 1582, Biblioteca Comunale di Siena - sta in Roberto Ferretti, L’immaginario collettivo sui monti di Castiglione, Castiglion della Pescaia 1989. C’è da sottolineare che in questa prima descrizione dell’incontro non si fa cenno alla sorgente di acqua dolce che sarebbe scaturita nella buca scavata sulla spiaggia. All’incirca attribuibile alla stessa epoca (XII-XIII sec.) è un altro antico documento, venuto alla luce durante il pontificato di Clemente VIII (1593-1605), che descrive l’avvenimento riportandolo nello stesso luogo, cioè nel litorale del Porto di Giano o di Bertaldo. Si tratta di una lapide incisa con “caratteri antichissimi”, ritrovata dal Nobile cornetano Alessandro Degli Atti, proprietario del sito lungo il mare, chiamato in quell’epoca “la Fontanella di S. Agostino” dove era anticamente il Porto di Giano, poi chiamato di Bertaldo, tra la città di Corneto e Civitavecchia, mentre stava fabbricando in detto luogo, come ci attesta Mons. Ambrogio Landucci).O M I S S I S””Vanì, 20/02/2022. Ore 23.21
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