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03/10/2021 - Anello di Palano ... Allumiere nei Monti della Tolfa



Informazioni sull'uscita

Data: 03/10/2021

Difficoltà:

- Difficoltà media
- Presenza salite

Distanza in auto: 35 km (a/r)

Lunghezza percorso a piedi: 6 km

Note:

         

Anello di Palano ... Allumiere nei Monti della Tolfa
Distanza: 35
Lunghezza: 6
Punto di ritrovo: Parcheggio sulla Strada Mediana adiacente il Tribunale di Civitavecchia
Pranzo: al sacco
Ora di rientro: a termine escursione

TIBURZI CIVITAVECCHIA AVVISO ESCURSIONE

“ANELLO DI PALANO”

Escursione storico naturalistica

3 OTTOBRE 2021

MONTI DELLA TOLFA

ALLUMIERE

 

     

 

Amici trekkisti,

                                                  

                                                                    Domenica 3 ottobre p.v. ci immergeremo entro il bosco di Monte Palano, sui Monti della Tolfa. Estrema propagine della catena montuosa nostrana, la cui costituzione geologica riporta all’oligocene, di milioni di anni fa. Qui affiorano “trachiti fossili”, rocce protette, formatesi dalla lenta risalita di magma (lavico) utilizzate per l’edilizia medievale, per macine di cereali e per selciato di fondi stradali. Ma è la particolare ed importante presenza di vasti strati di selce rossa , a dare più significato storico-geologico ai nostri monti. Questa pietra ha attratto nella zona l’uomo delle età del paleolitico, mesolitico, neolitico. Materiale principe delle prime industrie litiche, non è difficile imbattersi, nel territorio che attraverseremo, in luoghi ove i nostri antenati, (appartenenti al genere homo habilis e/o neardenthalensis), ricavavano arnesi scheggiando questa selce. Armi per la caccia e la difesa del territorio (punte di freccia di lancia, asce), coltelli per il taglio delle carni animali, raschiatoi per adattare e pulire le pelli per usi comuni (per vestirsi o realizzare tende); tutto veniva realizzato con questa pietra.

E ancora oggi è possibile ritrovare qui “a rocchio” utensìli per gli usi comuni della vita quotidiana, abbandonati in questi “corpi di fabbrica a cielo aperto”, basta avere un po’ di occhio e soprattutto l’ausilio della dea bendata.

             La selce, questa meravigliosa e sorprendente roccia tagliente, ha accompagnato l’evoluzione del genere umano, favorendone, nel corso del tempo, dominio sul mondo. Pietra formata da sedimenti di organismi marini a guscio o scheletro o da accumuli di silice, emersi dal mare nel corso delle ere geologiche.

             Il tratto roccioso terminale di Palano ove noi ci poteremo avanti, così detto “Ripa maiala”  - (forse perché quel povero animale un tempo, curiosando tra le alte rocce il mondo con i suoi baffi “rosci” e gli occhi cerulei, ci perse la vita rovinando al suolo) -  è frequentato spesso dai freeclimber’s. Scalatori di piccoli tratti petrosi. Belli e coreografici i loro disegni sulla roccia rosso grigia … tra cordami multicolori, scrocchi metallici, e fisici muscolari. Ma la loro seppur bella presenza ha allontanato i rapaci che qui nidificavano (bianconi, poiane, gheppi). Inoltre la frequenza degli scalatori su queste rocce è stata contingentata, regolata e limitata nel tempo. Ma qualcuno ha mai reso operativa questa ordinanza?

             Nel fianco sinistro di questo nostro “Palano”, corre il sentiero che Sant’Agostino, nel 380 a.C. circa, avrebbe percorso per raggiungere il Monastero della Trinità, proveniente dalla nostra spiaggia della Frasca. Qui sorgeva, in prossimità del mare, una fonte di fresca acqua con accanto un monastero di frati Agostiniani. Proprio su questo nostro mare, che ne porta ancora l’etimo, che il Santo, forse in senso metaforico, per convincere se stesso ed il mondo cattolico, ha reso il concetto enigmatico della Santa Trinità. Sant’Agostino ha speso delle parole molto significative, per spiegare l’incarnazione di Dio in un uomo e il concetto del Dio trinitario, prerogativa del cristiano. Il Santo ha scritto: “Signore nostro Dio, crediamo in te, Padre e Figlio e Spirito Santo.

             Avrebbe, il noto episodio di Padre Agostino, del bambino e della pozza d’acqua, sortito risonanza a carattere religioso mondiale se il comprensorio civitavecchiese fosse stato abitato da gente che amava il suo territorio.   Il santo incontro, forse seppur in senso metaforico, alla Frasca con Dio-bambino, forse sarebbe apparso più credibile ed accettabile dalla nostra intelligenza, che  rosse lacrime scaturite dagli occhi di una statuetta di gesso.

             Per l’ orgoglio di voi Tiburziani … dopo circa,1700 anni, per la caparbietà di un Sacerdote e per una certa dimestichezza territoriale … è in atto la ricostruzione del percorso di Sant’Agostino. Dalla Frasca al Monastero della Trinità.

Indicazioni utili

Percorso auto a/r km. 35 c.a.

Lunghezza escursione km. c.a. 6. Difficoltà media, presenza di qualche “falso piano”. No guadi e no macchia mediterranea. No sosta caffè.

Pranzo al sacco

NELLA MATTINATA

Ore 8.15 ritrovo nel parcheggio del  Tribunale di Civitavecchia

Ore 8.30 partenza

Ore 9.20 circa parcheggio sulla carrareccia in località Fontanile di Caciotta, a fianco di Monte Palano, che si raggiunge (passata Allumiere) percorrendo la strada Farnesiana superato di un paio di Km. il Cimitero del paese, prendendo poi la suddetta carrareccia sulla sinistra poco prima del Fontanile della “Connotta”). Qui partenza escursione, zaini in spalla con il necessario per pranzare con traversamento del bel sentiero dei “carbonari”, che lascia stupefatta ogni vista. Si prosegue poi sulla sterrata che percorre tutto il crinale di Palano da est ad ovest.

Ore 12.30 circa pranzo sotto le rocce di “Ripa Maiala”.

Ore 13.30 si torna verso le macchine seguento la sterrata che fiancheggia Monte Palano

Ore 16.00 c.a. si raggiungono le vetture

 

Vanì, 21/09/2021. Ore 23.30 c.a.

 



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