Gruppo Trek

Civitavecchia







24/03/2024 - Periplo Lago Bolsena con battello



Informazioni sull'uscita

Data: 24/03/2024

Difficoltà:

- Escursione facile

Distanza in auto: 175 km (a/r)

Lunghezza percorso a piedi: 0 km

Note: Altre indicazioni verranno diramate in seguito agli iscritti

         

Periplo Lago Bolsena con battello
Distanza in auto: 175
Lunghezza percorso a piedi: 0
Punto di ritrovo: Largo G. De Dominicis snc Civitavecchia - zona Faro
Pranzo: al sacco
Ora di rientro: a termine escursione
Difficoltà:
   - Escursione facile

 

PERIPLO LAGO BOLSENA CON CIRCUMNAVIGAZIONE ISOLE

PROGRAMMA DI MASSIMA DELLA GIORNATA

 

24 Marzo 2024

 

Lago di Bolsena in motonave – partenza dal Porticciolo lacustre giro delle isole rientro

(PRENOTAZIONI 388 6958494 …. IVANO)

Pranzo al sacco sul battello – ovvero ad iniziativa di ciascuno presso pizzerie o ristoranti sul Lungolago post minicrociera 

Costo biglietto battello euro 15 persona – no trattamenti particolari

Partenza con motonave da Bolsena ore 9.30 – 10 – ore 11.30 12 rientro nella Cittadina

Partenza da Civitavecchia Largo De Dominicis snc (avanti Sport Garden Zona San Liborio) ore 7.30 – ritrovo ore 7.15

Percorso auto A 12 uscita x Monteromano ingresso superstrada, uscita viterbo nord Via Cassia Montefiascone. Si raggiunge Bolsena (fare attenzione alla velocità consentita ... presenti dispositivi controllo)

Parcheggio auto nella cittadina in luogo a pagamento o libero

(per il 10/3 o 17/3 altra iniziativa in fase di programmazione)

 

Il Gran Vulcano, il suo lago e le isole.

(IL “Girolago” proposto al Gruppo denominato della “Regina Amalassunta.”)

 

Bolsena, uno dei diversi laghi vulcanici presenti nella Regione. Esteso per circa 114 kmq, posto a 305 metri di quota è il più grande lago vulcanico d’Europa. 151 metri la sua massima profondità, per una media di metri 81.

Circa 360 mila anni fa l’imponente vulcano presente collassa, presumibilmente, per completo svuotamento della camera magmatica, e cede su se stesso mentre fa posto, nella sua depressione, al nostro Lago!

Nel suo lungo passato il complesso Bisentino ha compartecipato con la sua attività mista (fuoriuscita di lava viscosa, lava fluida o piroclasti) a creare e modellare l’orografia della regione circostante.

Tufi, trachiti e tefriti vengono “sparati” durante le sue frequenti eruzioni,  di cui non si conoscono i tempi. Ma possiamo attribuire, senza dubbio, la particolare conformazione di alcune zone conosciute al nostro vulcano. Rupe di Orvieto, Civita di Bagnoregio, i Roggi della Selva del Lamone. Anche se, per la creazione della nostra magnifica e cara Selva, possa esser anche intervenuto il modesto e prossimo vulcano di Latera (anch’esso finito in un omonimo laghetto). Che, pur da profano, mi sento di poter affermare … propagine vulcanica ovest del maggior “Bisentino”!

C’è chi afferma che i due laghi siano in comunicazione, anzi che lo specchio d’acqua di Latera sia lo sfogo artesiano del maggiore lago di Bolsena! In proposito si racconta qualche storia agghiacciante!

Ma la bellezza del territorio “mosso” della nostra Tuscia (la disparità delle nostre forre)  è dovuta senz’altro (anche) a quelle attività vulcaniche!

Dobbiamo soltanto socchiudere gli occhi ed immaginare il momento in cui, molti e molti anni, fa migliaia di tonnellate di roccia del gran monte vulcanico, alto forse un migliaio di metri e più, con grande, immenso tuono, sono venute giù per disequilibrio statico. il rombo sicuramente udito a svariati km di distanza.

A ricordare questo cataclisma … le due isole presenti nel centro del Lago. La Martana e la Bisentina che rappresentano frazioni superstiti dell’alto cono vulcanico.

 

 

ISOLA BISENTINA

 

Si sviluppa su una superficie di circa 17 ettari e la sua altezza media è di 360 mt, sul livello del mare, ove si accentua l’elevato del Monte Tabor, ove si troverebbe il misterioso accesso al Mondo di Agharti (cfr. internet se interessati al riguardo)!

Presenti la Chiesa rinascimentale dei Santi Giacomo e Cristoforo, il tempietto di Santa Caterina a pianta ottagonale di Antonio da Sangallo, che è costruito su un colombario di origine etrusca, e la Cappella del Crocifisso.

Numerose altre emergenze etrusche lasciano intuire che il luogo costituiva, per il popolo Rasenna, una cospicua parte cultuale e magica ove vi si svolgevano sacri riti! Del resto tutta l’isola, a questo si presta, data la sacralità ovunque sprigionata.

Uno stretto ed interessante cunicolo verticale, simile ad un pozzo profondo 30 metri, dal Monte Tabor (accesso al citato Mondo di Agharti), raggiunge il livello medio base dell’isola. Si tratta di un opera etrusca reimpiegata da religiosi (come del resto l’area tutta), in epoca altomedioevale, storicamente citata come la “Malta dei Papi”. Utilizzata dai religiosi quale carcere a vita per eretici e per monaci che avevano “rotto con il loro mondo”!

Ricordo che, nel corso di una mia lontana passata escursione con il gruppo, la guida postaci a disposizione, ci riferì la triste fine di accusati di eretismo che nel cunicolo venivano gettati!

La Bisentina lungo un suo percorso sentieristico circolare, presenta ben sette chiese. Nella progettazione e costruzione intervenne il Vignola per la volontà di Ranuccio Farnese il vecchio.

Vi risultano sepolti nella Chiesa rinascimentale Ranuccio Farnese il vecchio, Pier Luigi Farnese, la duchessa Gerolama Orsini ed il cardinale Ranuccio Farnese.

L’isola costituì rifugio, degli abitanti dei paesi rivieraschi, quando giunsero Longobardi e saraceni, questi attraverso il Fiume Marta, unico emissario del Lago.

Nel tempo, passata di proprietà in proprietà, la Bisentina dal 2017 risulta appartenere alla Famiglia Rovati, Luca e Sofia. Per poterla visitare occorre prenotarsi.

 

 

 

 


ISOLA MARTANA

 

L'Isola Martana ha un'altezza massima di 375 m s.l.m. ed una superficie di circa 10 ettari. Al suo interno si trovano i resti di un convento, ove “si dice” che vi fossero custodite le spoglie di S. Cristina, per evitare che cadessero preda dei barbari. Presenti i resti di un castello (ormai fatiscente) ma la sua nobiltà è dovuta alla Regina Amalassunta, che qui vi fu esiliata.

 

Il brano che segue è tratto da: "Marta, guida alla scoperta" di Maria Irene Fedeli

Rielaborazione testi a cura di Luca Viviani

 

. Amalasunta (in gotico Amalaswintha) fu regina dei Goti e l'unica figlia di Teodorico, re degli Ostrogoti.

Nata a Ravenna nel 494 d.C. e cresciuta nella cultura romana, era una donna di grande intelligenza, dottissima, di carattere virile, vedova del nobile Eutarico Cillica da cui aveva avuto due figli: Matasunta e Atalarico, quest'ultimo designato dall'avo quale erede al trono.

Morto Teodorico nel 526 d.C., data la minore età del figlio, Amalasunta assunse la reggenza che segnò un ritorno alla politica dei migliori anni del regno di Teodorico.


           Tuttavia i Goti, che riconoscevano solo il diritto delle armi e mal tolleravano il governo di una donna, avversavano la politica di Amalasunta che mirava a mantenere in equilibrio le due componenti etniche del regno, differenti per civiltà e fede: quella barbara e quella romana

I Goti si opposero all'educazione romana data ad Atalarico e reclamarono la formazione e la cura del giovinetto.

Spinto ad una vita sregolata, l'adolescente, già costituzionalmente debole, ne ebbe la salute immediatamente compromessa. Il 2 ottobre 534 Atalarico morì, lasciando la madre priva di qualsiasi diritto a quel governo che teneva in sua vece e che Amalasunta cercò di mantenere nelle sue mani associando al trono, dopo averlo sposato, il cugino Teodato, figlio di Amalafrida sorella di Teodorico.

Ma dopo il matrimonio Teodato assunse pieni poteri e con l'appoggio degli Ostrogoti mirò a sbarazzarsi di Amalasunta. Propose così all'infelice regina un viaggio "politico" attraverso la Toscana fino a Roma ma mentre percorrevano la Cassia, tra Bolsena e Montefiascone nel viterbese, Amalasunta cadde in un agguato organizzato dal marito.

Fu rapita e, con una barca, trasportata all'isola Martana nel lago di Bolsena dove restò relegata fino al 30 aprile 535, quando dei sicari la uccisero. Non è dato sapere come: strangolata mentre faceva il bagno, pugnalata, affogata, precipitata dall'alto della rupe dell'isola.

 La sua fine offrirà il pretesto a Giustiniano (ultimo imperatore romano) per scatenare la guerra contro i Goti. Teodato tentò inutilmente di contrastare la reazione di Giustiniano ma, dopo la conquista di Napoli da parte del generale bizantino Belisario nel 536, Teodato fu rovesciato dagli stessi Goti, che elessero Vitige come suo successore.

 

Fuggito precipitosamente verso Ravenna con l'intenzione d'imbarcarsi successivamente verso Costantinopoli, venne fatto inseguire dall'appena eletto Vitige che non poteva permettersi di lasciare Teodato libero di agire. Raggiunto dai sicari del nuovo re e prima che potesse rifugiarsi a Ravenna, fu scannato sul posto.


          Procopio di Cesarea, storico bizantino del 500, ci ha lasciato un ritratto di Teodato profondamente negativo. Esso viene descritto come un uomo avido e codardo, e che era impopolare sia tra l'elemento romano che tra quello gotico.


          Fonti storiche, comunque, non precisano in modo chiaro il luogo dell'uccisione di Amalasunta; Procopio di Cesarea ne “La guerra gotica” così narra: "V'ha un lago in Toscana, chiamato Vulsinio, dentro a cui sorge un'isola assai piccola invero, ma munita di un forte castello. Colà Teodato teneva racchiusa Amalasunta". Quell'isola potrebbe anche essere la vicina Bisentina sulla quale, all'epoca, sorgeva una fortificazione, ma una consolidata tradizione, che trova più sostenitori, vuole che sia proprio la Martana l'isola fatale alla regina ostrogota.

        La sua morte, carica di mistero, ha alimentato da sempre leggende a fosche tinte tra le popolazioni intorno al lago di Bolsena. Gli anziani del posto raccontano che dopo la sua morte il corpo di Amalasunta fu messo in una carrozza d'oro e seppellito sulla terraferma in uno dei sette colli posti davanti all'isola e che nelle notti di luna piena il suo fantasma aleggi attorno alle rocce e alle acque dell'isola Martana.
        Inoltre molti pescatori di Marta (VT) affermano che durante le giornate di forte tramontana, vicino l'isola Martana, sia possibile ancora udire le urla strazianti della regina dei Goti.


    

        Si narra anche di una strada che collegava anticamente l'isola Martana alla terraferma e che era solita essere percorsa dalla regina. A questa strada, probabilmente esistita viste le conferme degli ultimi rilevamenti subacquei, è stato dato il nome di "strada di Amalasunta" proprio in onore alla regina.

 

       Nell'agosto 1994 a Marta (VT) fu ricordata la regina Amalasunta per il 1500° anniversario dalla sua nascita con il corpo bandistico del paese, tante imbarcazioni sul lago di Bolsena (comprese alcune gondole veneziane) e una targa commemorativa affissa su una parete rocciosa dell'isola Martana.


       Inoltre, sempre in questo stesso anno, in occasione dell'anno Amalasuntiano, le barche etrusche del lago di Bolsena parteciparono alla Regata Storica a Venezia e un modello delle stesse, completo in tutti i dettagli, è stato donato al Museo Storico Navale dove è attualmente esposto.

       Presso il numero civico 106 di via Amalasunta, nel centro storico di Marta, la tradizione individua in questo edificio la "Casa di Tomao", ossia la casa del leggendario pescatore che portò Amalasunta sull'isola Martana e che tenne i contatti tra la regina dei Goti e la popolazione martana. A questo leggendario pescatore martano è dedicata una piccola piazza conosciuta dai martani come "Laco (lago) Tomao".


Vanì, 6 marzo 2024

 



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