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Civitavecchia







19/11/2023 - Parco Marturanum. Anello Caiolo Greppe Cenale Tombe Principesche Caiolo



Informazioni sull'uscita

Data: 19/11/2023

Difficoltà:

- Difficoltà media

Distanza in auto: 60 km (a/r)

Lunghezza percorso a piedi: 5 km

Note:

         

Parco Marturanum. Anello Caiolo Greppe Cenale Tombe Principesche Caiolo
Distanza in auto: 60
Lunghezza percorso a piedi: 5
Punto di ritrovo: Parcheggio sulla Strada Mediana adiacente il Tribunale di Civitavecchia
Pranzo: Organizzato al punto di ristoro od al sacco
Ora di rientro: a termine escursione
Difficoltà:
   - Difficoltà media

 


PARCO REGIONALE

DI

MARTURANUM

(Barbarano Romano)

 

Il Parco, un universo tutto da scoprire, deve il suo nome  ad un’epigrafe apposta su un phitos (grossa giara), forse ex voto, rinvenuto ai piedi del Colle di San Giuliano …

 

Turuce Larth Manthureie

(Donato da Larth di Mantura)

ove nel lontano passato, forse per “grazia ricevuta”, Larth fece dono del coccio    al santuario di San Giuliano, posto sopra il Colle, nel punto ove ora sorge la omonima piccola chiesa.

Mantura nome di un centro etrusco, non identificabile, dedicato alla divinità dell’oltretomba Mantus, associabile alla città etrusca di Mantua (odierna Mantova), perché ha mantenuto con il passare dei secoli la radice  “Mant”. Pertanto si può ipotizzare che Larth fosse originario di quella città o di altro centro etrusco dal nome similare e che si trovasse a sostare, per una ragione qualsiasi, nel luogo oggi detto di San Giuliano. 

Non ci è dato comunque modo di conoscere, con certezza, il nome del luogo, anche se qualcuno tenta di identificarlo con uno dei due centri,  di Cortuosa o Contenebra, che Livio ricorda conquistati dai romani nel IV secolo a.C.

Il centro etrusco, presumo, sorgesse sullo sperone tufaceo ove è ubicato Barbarano Romano, circondato da piccoli “pagi” satelliti posti sul pianoro del Caiolo e di San Giuliano. Il Torrente Biedano fungeva da collegamento, fluviale e sentieristico ripariale, con l’altro centro rasenna di Blera. Dal basso, ed incassato greto, che segue le gole del Torrente si dipartono numerose tagliate che portano sull’alto pianoro, quali deviazioni possibili del percorso.

 

 

LE TOMBE DEI PRINCIPI THANSINAS

  Il bel sentiero che da Caiolo, sfiora la provinciale, porta al punto panoramico dell’ameno Colle di Greppe Cenale, alle sue eccezionali emergenze necropolari, e ne percorre i tratti più salienti.

         Gli anonimi fossi che cingono il colle, sono adornati da una foresta  da cui spiccano, in questo periodo, tutti i variegati colori autunnali,  … già, ma è ottobre, il tempo del “foliage”!

           Scendendo, e rimirando verso valle, prepotentemente ci si para davanti la Tomba del Guardiano. Fedele al suo compito di controllo (?), il motivo della sua missione mi sfugge, forse perché per la sua posizione di avamposto dà l’impressione di tutelare l’ingresso dell’intera Necropoli del Cenale.

           Appannaggio della Famiglia dei Principi Thansinas! Al suo interno è sempre presente un fedele pipistrello!

          Poco più avanti, su una bella e scoscesa rupe traversa di Tufo si presenta, sulla costa alta, la lineare disposizione delle tombe principesche. Il personaggio di spicco e più importante esponente conosciuto della Famiglia Thansinas, è forse Aule Velus, che fu sepolto nell’ultima e particolare tomba  raggiungibile. Ma volendo proseguire il cammino oltre, secondo la logica disposizione necropolare, non risulta possibile. Il crollo della parete rocciosa, ed una impertinente vegetazione hanno, di fatto, isolato e separato la teoria delle successive emergenze presenti.

         Noto, perché il suo nome è riportato nella iscrizione all’interno della tomba, Aule Velus Thansinas, forse con lui la Famiglia raggiunse l’apice della scala sociale nella lucumonia.  Il suo prenome (Aule?) rivela che Velus (nome?), il nobile etrusco, aveva la passione del flauto (aulos). Quello strumento etrusco a due canne, visibile in alcuni dipinti delle tombe tarquiniesi.

        E’ suggestivo pensare di udire le soavi note della musica del principe, leggere e penetranti, spandersi nella sua vallata ed estendersi ben oltre.

 

 

 

THANSANAS E NON THANSINAS

è scritto sulla facciata interna dell’ingresso della tomba regale di Famiglia. Per l’esattezza Avles Velus Thansanas, a prescindere che il “cognomen” Thansinas risulta attestato  nella lucumonia etrusca di Tarquinia.

 

 

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Proseguendo per un ideale sentiero ad intercettare il Fosso Neme, si sfiorano due portali di accesso di una tomba (o di un tempio’), che appena sporgono dal terreno. Finemente realizzate le sue modanature, non risultano effettuati recenti scavi dell’opera, forse sarà già stata visitata da tombaroli nel lontano passato. Ma questa ora risulta inaccessibile, interrata, per l’enorme deposito alluvionale. Per poterla liberare dal fango accumulato al suo interno, ed all’esterno occorrerebbero mesi di lavoro.

Il Fosso Neme, da molti ritenuto erroneamente tratto iniziale del Torrente Biedano, quanto a bellezze naturali non si discosta tanto da questo. Ma il Biedano, molto più conosciuto dal mondo archeologico, non può che invidiare la notevole presenza dei meravigliosi complessi tombali presenti sul modesto Neme. Opere imponenti, per varietà e bellezza!

A partire da numerose tombe anonime di un sorprendente “suggestivo” … per poi sfoggiare tutta una serie di eleganti ed unici capolavori di tutta l’intera Tuscia. Tomba del Cervo con il suo bassorilievo icona del Parco, Tomba della Regina, Le Palazzine, la Tagliata Fosso-pianoro. Sul Caiolo la tomba dei Carri, dei Letti, l’imponente tumulo della Cuccumella e del Caiolo. E per ultimo la strada che dalla Lucumonia di Cerveteri conduceva alla lontana Orvieto, seppure risulta rilevata soltanto  la traccia superficiale.

         Sull’adiacente colle di San Simone troviamo il tumulo del Tesoro e l’oratorio medioevale con affreschi, ricavato entro una tomba etrusca.

         In località Chiusa Cima il monumentale Tumulo Cima, le tombe Rosi e Costa, la Gemini e di rilievo altre innumerevoli anonime dalla diversa tipologia.

Sul Pianoro di San Giuliano, ciò che resta di un pagus etrusco, nelle cui fondamenta è stato identificato un sofisticato sistema di recupero delle acqua piovane. La suggestiva omonima Chiesetta Medievale e per finire con le cose più suggestive e strane, il bagno di un romano, che realizzò entro una particolare tomba etrusca una grande vasca, con affacci sul fosso di Chiusa Cima, raggiungibile da un lungo dromos.

 

Vanì 22/11/2023

 

 

 



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