Gruppo Trek
Civitavecchia
08/11/2024 - Corso di orientamento spaziale ... presso RI.ME di Civitavecchia Via Cialdi 20
Informazioni sull'uscita Data: 08/11/2024Difficoltà: Distanza in auto: 0 km (a/r) Lunghezza percorso a piedi: 0 km Note: Vedi invito |
Distanza in auto: 0
Lunghezza percorso a piedi: 0
Punto di ritrovo: Civitavecchia Via Cialdi nr 20
Pranzo:
Ora di rientro: a termine evento
Difficoltà:
“ORIENTAMENTO TERRESTRE”
Incontro per
EX
GRUPPO TREKK TIBURZI
…….
GRUPPO TREKK FRA’ DIAVOLO DI CIVITAVECCHIA
A CURA DI
ROMITI IVANO
Tecnici Video
Alessio Dominici
Luca Romiti
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Caro Camminatore …
se interessato all’argomento sarai gradito ospite nella giornata di confronto, che si terrà in data e luogo sotto indicati.
“ACCENNI DI ORIENTAMENTO TERRESTRE”
Venerdì 8 novembre 2024 - ore 18.00
Presso l’Associazione RI.ME – Via Cialdi nr. 20 Civitavecchia
Necessaria comunicazione di partecipazione
Tel. 388 6958494
Oppure
P.E. vanivani@alice.it
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E’ richiesta comunicazione di partecipazione all’incontro per la capienza della sala che può contenere max soltanto 30 persone
O.d.g.
- Cosa è l’orientamento spaziale? Un valido aiuto dai moderni sistemi di localizzazione satellitare. Coordinate … geografiche e di proiezione UTM. Nozioni elementari.
- Come mi oriento io!
- Cartografia conosciuta nel mondo, antica e moderna. Tavole di argilla, pergamene, carte topografiche, geografiche. Moderne digitali ortofoto.
- Strumenti utili costruiti dall’uomo antico e moderno per orientarsi.
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NOTE
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COME NASCE LA “SCIENZA” DELL’ORIENTAMENTO
Varie ragioni hanno indotto, nel tempo, l’uomo a spostamenti da una zona all’altra nei vasti territori del pianeta. Spinto dalle più disparate motivazioni … di sopravvivenza, economiche, commerciali, politiche, religiose, culturali, belliche, calamitose, che hanno dato vita, indirettamente, a tutta una serie utile di scambi socio culturali, che hanno contribuito alla sua evoluzione. Così nasce il nostro orientamento spaziale.
Uomini particolari, superando mille ostacoli, infinite avversità, hanno guidato passati e memorabili esodi epocali nelle vastità terrestri. Pianure, deserti, mare, attraverso impenetrabili boscaglie, seguendo il cammino del sole o dall’osservazione delle stesse fisse in cielo, i primi colonizzatori della Terra, serviti da primordiali strumenti di orientamento quali il “quadrante”, si sono spostati ovunque!
Gli strumenti di orientamento con il tempo sono stati sempre più migliorati e, mediante applicazioni elettroniche, hanno raggiunto una notevole sofisticazione tecnica. Oggi, ci “prendono letteralmente per mano” e ci guidano, ci indirizzano continuamente senza che neanche più ce ne rendiamo conto, talmente soft è il loro funzionamento, cui tra poco non potremmo più farne a meno. Si pensi al satellitare della nostra auto.
L’orientamento “terrestre” … il Trekking
Questa “scienza”, un poco ostica nella sua comprensione, ma notevolmente utile per muoversi in tutta sicurezza sul territorio.
Oggi notevoli apparati fissi e mobili, attivi in tutto il Mondo per scopi commerciali, bellici ed altro, entrano dalla “porta principale” nella nostra attività di trekking.
La pratica del nostro sano sport, oggi molto in voga, comporta un’attività sana, a contatto con la perduta “natura” ma, peregrinamente, può comportare la perdita del controllo del territorio che può verificarsi per vari motivi, i più disparati.
Ciascun escursionista avrà di certo provato, almeno una volta, le apprensioni suscitate da certe incresciose situazioni che si possono verificare nel traversare un bosco! I dubbi che sorgono nel decidere quale sentiero prendere in prossimità di un bivio. Le difficoltà più impensabili incontrate per completare un giro ad anello e tornare al punto di partenza!
Tranquilli, se siamo sinceri, l’orientamento, andando per boschi e campagne, l’abbiamo perduto un po’ tutti nella vita, “almeno una volta!
Avvenne anche al nostro Vate più grande … che si perse, anch’egli, anche se in senso “metaforico” in una Selva Oscura che la diritta via era “smarrita ”. Come lui in perfetta lingua “volgare Fiorentina” si espresse nel primo Canto della Divina Commedia! Ma il suo sbigottimento, il disagio provato dal Sommo Poeta in un “brutto momento circostanziale della sua vita”, di accuse di “baratteria”, con conseguente esilio, che lui paragona al perdersi entro una fitta boscaglia! Accuse che secondo me trovano giusto riscontro nel riconoscere di aver “perso” la diritta via!
Ma! … è forse grazie a questo suo smarrimento non tanto “fortuito” che possiamo oggi vantare, e nel mondo, un’opera “si grande”, frutto della mente del genio umano italico e, soprattutto, un documento storico importante, allegorico, didascalico!
Il Poeta, comunque, a giudizio di alcuni, nella sua Opera allude, “metaforicamente”, allo smarrirsi entro la Selva del Lamone, luogo del tutto Nostrano!
… la disavventura orientativa di Annibal Caro
Testo redatto il 13 ottobre 1537 e riferito ad un episodio del tempo!
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“Il deserto” nominato Ammone.
“Questo “deserto” dista circa 15 miglia, e tutto il sito è coperto di pezzi di pietre lisce di varie grossezze fra le quali sono cresciuti arboreti di elci e sorbi; niuno ci pratica perché alcuni che ci sono entrati cercando bestiami spersi, non sono più tornati, credo che questa Selva fosse anticamente consacrata al Dio Ammone, non già che un re Ammone vi si potesse perdere dentro e ci morisse”. Si legge in una anonima cronaca senza data.
Nella sua “Informazione e cronica della città di Castro”, Benedetto Zucchi così scriveva il 10 novembre 1630 :
… una macchia chiamata il Lamone quasi tutta di elci e cerque , tutta sassosa con pietre spezzate una sopra l’altra, che si puol dire per esempio sia come un mucchio di sassi, la quale macchia è impenetrabile, e se uno vi entra, ancorché sia del Paese, con difficoltà vi può trovare la strada d’aver da uscire; luogo più di capre che da altri animali, per il che una delle due si va congetturando, non essendovi altra memoria in contrario, o che sia stato quel luogo un monte fracassato dal terremoto, o che al tempo del Diluvio i detti sassi si sieno radunati insieme in tanta quantità in questo luogo”.
Il deserto, il luogo d’orrore, l’incredibile caos è sempre pronto ad accogliere lo spaurito viaggiatore che, suo malgrado vi si addentra, portandolo ad esperienze traumatiche che riempiranno, nei racconti, le sue lunghe serate attorno al camino. Viaggiatori spesso di rango, di cui dopo secoli si parla ancora come Annibal Caro, il famoso traduttore dell’Eneide di Virgilio. E lui che vive l’esperienza, in prima persona, di una drammatica traversata, oppresso da una terribile sensazione di smarrimento in un labirinto oscuro, che come quello dedalico di Creta, non lascia speranza di uscita. Alla fine, “come per ciarbottana” appare uno spiraglio di salvezza. Per fortuna!
Altrimenti, col Caro, avremmo perso la sua bella relazione scritta il 13 ottobre 1537 da Castro ai familiari di Mons. Gaddi:
“Entrammo poi in una foresta tale, che ci smarrimmo; tempo fu ch’io credetti di non avere mai più a capitare in paese abitato, trovandone rinchiusi e aggirati per lochi dove l’astrolabio e ‘l quadrante vostro non arebbono calcolato il sito de’ burroni e gli abissi de’ catrafossi in che ci eravamo ridotti. E se avesse veduta la nostra guida. Vi sarebbe parsa la smarrigione e ‘l baloccamento di naturale. Pensate che Vittorio la botò a Santa Drianna, la quale, dice egli, ch’era una fata che con un gomitolo di spago trasse dal larbrinto un certo Tisero figliolo di Manosso. O quivi avrei voluto io voi, messer Giorgio, con la vostra colèra acuta e co ‘l vostro stomaco impaziente, a vedervi strascicar dietro da un balordo per quelle catapecchie, senza sapere dove vi foste. Né dove, né quando, né che v’avreste a magnare. O come vi sarebbe venuta la senapa al naso! E che strani visi areste veduti fare a noi altri! Io per me mi condussi a tanto di fame, che le peruzze e le nespole m’ebbero a strangolare. Ma tanto ci avvoltacchiammo a la fine che vedemmo, come per ciarbottana, un poco di piano. E tirando a quella volta, meravigliosamente si presentarono alcuni morbisciatti, che ne diedero lingua e indirizzo per venire dove siamo”.
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Oggi chi va per boschi, può disporre di una miriade di sentieri, ben segnalati, ed anche il trekkista più incauto ci si può muovere dentro con una certa tranquillità. Comunque è sempre raccomandabile, nel fare trekking, di camminare in sicurezza senza mai osare oltre, per la propria “sopravvivenza”, e per la tutela di chi dovesse accompagnarci.
Ma a volte non è soltanto sufficiente esser preparati tecnicamente per spostarsi nel territorio! Il problema che si può porre al trekkista, ad esempio, che vuole visitare i nostri luoghi magnifici delle nostre Tuscia e Maremma, è dato da vari fattori non commensurabili … la sua “natura mossa” … la precarietà orografica, in continue mutazioni, da agenti atmosferici, da fenomeni idrogeologici!
Il fascino e la bellezza che sprigionano queste escursioni sono pari alle malaugurabili sorprese che possono riservare. Visioni degli sfondi sempre diverse, ed a volte, ove siamo sempre passati, sembra che i sentieri si chiudano o si dirigano inevitabilmente contro il dirupo di una forra. Corsi d’acqua a carattere “torrentizio”, il più delle volte in secca, ma talvolta inguadabili che sbarrano la strada per chilometri e chilometri! Ed altro ancora!
Aspetti paesaggistici indubbiamente belli, quanto selvaggi, che le varie manifestazioni vulcaniche, si sono dilettate a disegnare! Il vento, le piogge ed i torrenti a scolpire.
C’è poi la rapida crescita della bassa vegetazione, che muta aspetto stagionale di continuo ai sentieri del bosco. Forteti invalicabili cresciuti nel giro di alcuni mesi. Di tutto … frane, smottamenti caduta di alberi imponenti, che sbarrano il cammino inavvertitamente per i sempre più frequenti dissesti idrogeologici da grandi piogge.
In taluni casi, di fronte a certi impedimenti obiettivi riscontrati nel corso di una escursione, è più prudente tornare indietro sui nostri passi!
Che fare poi se invece ci si è proprio perduti entro un bosco? Indispensabile in questi casi disporre di strumenti che “raddrizzino” l’orientamento smarrito, quali bussole, carte topografiche ed in ortofoto. Molto utili i GPS ed i telefonini con particolari programmi che consentano una visione ampia del territorio circostante e che possano dare indicazioni certe. Importante è farsi poi un’idea di dove ci si trova e di non abbandonare mai sentieri o carrarecce posti sul nostro cammino, per dirigersi in un luogo che sembra portarci fuori dai guai!
Nel malaugurato caso non sia proprio possibile risolvere da soli, di fatto, lo “smarrimento”, è opportuno fermarsi e, se in possesso di GPS, rilevare le coordinate geografiche, per segnalarle agli organi di tutela e soccorso, che andranno subito avvertite, senza tema di gogna. Quindi utili anche carta e matita! In alternativa i nostri telefonini con la funzione Google maps ci mostrano la carta del luogo, e se poi si clicca la freccia in basso a destra … si ottiene sulla stessa l’indicazione del punto dove ci si è fermati, fornendo altresì le relative coordinate geografiche per possibili soluzioni!
Agli eventuali soccorritori, per favorire di raggiungerci, si devono riferire le particolarità del luogo ove ci si è fermati, le caratteristiche osservate lungo il tratto sentieristico già affrontato (torrenti, ponti, casali, zone alberate)!
Indispensabile dunque avere il telefonino con carica sufficiente ed una batteria tampone. Anche aver memorizzato sul cellulare i numeri telefonici della Forestale, CAI, Carabinieri del luogo, eviteremo il panico di una affannata ricerca di certi recapiti telefonici!
Cosa comunicare ai soccorritori:
- Eventuali coordinate geografiche rilevate da apparecchi GPS o da telefonino.
- La descrizione del tratto sentieristico già effettuato e certi riferimenti notati sul percorso.
Consigliabile disporre, nel proprio zaino di fiammiferi ed accendini per poter accendere un fuoco, forbici decespugliatrici e segacci, qualche corda ed un telo di plastica, per approntare un veloce riparo qualora lo stop costringa a passare la notte all’addiaccio.
Quanto premesso rimando alle persone interessate, l’argomento, per una trattazione più tecnica.
Saluti … Vanì
Civitavecchia, 30 settembre 2024
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