Gruppo Trek

Civitavecchia







06/11/2022 - CASTEL CARDINALE E MUSARNA



Informazioni sull'uscita

Data: 06/11/2022

Difficoltà:

- Difficoltà media

Distanza in auto: 140 km (a/r)

Lunghezza percorso a piedi: 6 km

Note:

         

CASTEL CARDINALE E MUSARNA
Distanza in auto: 140
Lunghezza percorso a piedi: 6,5
Punto di ritrovo: Parcheggio sulla Strada Mediana adiacente il Tribunale di Civitavecchia
Pranzo: al sacco
Ora di rientro: a termine escursione
Difficoltà:
   - Difficoltà media

Partenza con auto proprie Park Tribunale Civitavecchia ore 8.30, ritrovo ore 8.15

 

Camminatori salve,

                                            ripropongo per il Gruppo … la visita a Castel Cardinale, rinviata per cattive condizioni del percorso stradale, di cui vi trascrivo di seguito le note raccolte, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.

Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta la lucumonia in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!

CASTEL CARDINALE

Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Tuscia Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo della nostra Etruria una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.

Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi,  affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti  documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.


La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere abbandonati a se stessi. Quanto alle fonti storiche, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche TarquiniaSutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.

 
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.

MUSARNA

La città etrusca VII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.

Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.

(2) Come a dire: un'altra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!

 

  1. – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive,  sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come  già detto,  dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.

Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….

 

Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente!!!

 

Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.

 

 

 

Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% ne condivido i pensieri!

 

 

Ciao Camminatore, ciao … Ivano

 

PERCORSO STRADALE:

Si raggiunge  Tuscania. Sosta Caffè con pacheggio lungo le mura, gia noto a molti di Voi. Si prosegue avanti proseguendo sulla Tuscanese, primo bivio a sinistra, per poi girare a destra, dopo 8 km circa di percorrenza, per la Strada Chirichea, sterrata, che si percorre per circa 2 km e si parcheggia, per partire per l'escursione.

 



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